Fiaba sull'ideologia

Immaginiamo un mondo fatto di linee e numeri. Immaginiamo inoltre che la vita sulla Terra sia come una linea su un piano cartesiano e che i suoi abitanti siano come dei numeri: 0; 0,1; 0,447; 1; 2,1 ; 3 etc. I numeri nascono dalla stessa unità di misura, quindi sono per natura tutti uguali, eppure ognuno ha nomi diversi e ha una "famiglia" differente. Ci sono i numeri pari che vantano nel 2 un loro valoroso antenato o i numeri primi che sono un po' la crema della società. Ci sono i multipli di 3 o i divisori di 96. Insomma, tra di loro v'è una fitta rete di legami. I beni e le fortune non sono copiose neanche in questo mondo e così i numeri tra lo 0 e l'1 (0,11; 0,2537; 0,24) lamentano il duro lavoro nelle fabbriche e la scarsa considerazione che i vertici hanno di loro. Un giorno iniziarono a formarsi partiti: alcuni in nome della "purezza" dei numeri primi, altri in difesa dei numeri deboli etc. etc. Ebbene, un bel dì i numeri naturali si organizzarono in un partito e con difficoltà presero il potere. Il partito degli NN portava avanti un'ideologia particolamente dura, che faceva leva su schemi rigidi e persino razziali. Gli NN per un buon ventennio dominarono il piano cartesiano e furono, ahimè, cause di guerre e dolore. Una volta fatto finire il periodo di tirannia dei Numeri Naturali, l'ideologia degli NN venne messa al bando culturale. Cos'è il bando culturale? E' una particolare forma di sdegno e isolamento a cui viene sottoposto un gruppo o semplicemente una corrente di pensiero. In quell'ipotetico mondo post-guerra, nessuno nominava il nome degli NN senza un brivido sulla schiena: nessuno osava far riferimento agli NN e, anzi, dal gruppo che liberò il piano cartesiano venne proposta una legge che vietava qualsiasi forma di nuovo associazionismo che si ispirasse agli NN. Il gruppo in questione era quelli dei Numeri Relativi. Costoro sbandieravano tra i propri valori la Libertà e la "Relatività" e consideravano l'ideologia degli NN come il male peggiore del piano cartesiano. Come finisca questa storia non so, ma posso dire con certezza che i numeri-operai scoprirono loro malgrado che i numeri relativi in realtà stavano soggiacendo alla stessa rigidità, alla stessa cecità, allo stesso razzismo dei Numeri Naturali, nonostante ne prendessero continuamente le distanze. Dopotutto i Numeri Relativi erano solo Numeri Naturali con un segno "meno" davanti.

Una delle proprietà più interessanti delle ideologie è la capacità di dare vita ad opposti perfettamente simmetrici. L'ideologia difatti gioca spesso a nascondersi tra gli opposti dualismi e sopravvive in forme mutate. Il funzionamento di questo meccanismo, che sto cercando di portare alla vostra attenzione con questa piccola fiaba da me appena composta, è simile a quello che nella nostra cultura sono l'anti-fascismo, l'anti-americanismo, l'anti-berlusconismo, l'anti-comunismo etc. etc. Ma non voglio esser rigido anch'io: non sempre questi anti- sono i simmetrici degli "originali", eppure per dare vita ad una nuova Italia e ad una Nuova Europa è necessario problematizzarli e scavare nelle loro ragioni più profonde. Troppo spesso, invece, l'Italia è vittima dell'accettazione acritica di molti cittadini, soprattutto di chi, con arroganza, crede di avere un occhio obiettivo sul passato solo perchè qualche volta ha sfogliato un manuale di liceo.

Commenti

Anonimo ha detto…
Hai ragione, gli estremismi sono il male peggiore e sia che partano da destra o da sinistra, sia che partano da Gesù o da Mometto, portano sempre ad uan orribile conclusione,è sempre meglio la moderazione; secondo me c'è una semplice regola che va sempre rispettata: la mia libertà finisce là dove comincia la tua.
sgubonius ha detto…
Hegel ha insegnato che la dialettica lavora così, per opposti che si corroborano. Ma questa struttura del negativo dialettico è quanto di più distante esista dal "problematico". Problematizzare l'anti-XXX (e più in genere la dialettica politica) è quadrare un cerchio. Tutto il dibattito da tribuna elettorale nasce dalla sostituzioni di bandiere o "generi" ai problemi: si rappresenta e basta.

Il "problema" per permanere tale deve ammettere una pluralità di soluzioni, cioè differenze che non si oppongono mai massimamente (opposti) e che perciò non sono mai riconduciibli a identità rappresentabili o dialettiche. Si parla spesso di "pluralismo" ma in termini talmente ridicoli che si muove solo l'aria. Per riprendere la metafora matematico-geometrica: il continuo è sempre schiavo del discreto.

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